A Milano investimenti SIM per Avvocato con Bruno Mafrici

Che cos’è una società di intermediazione mobiliare (SIM) e che cosa offre nello specifico? Per comprendere la struttura degli investimenti da ieri ad oggi è necessario fare un passo indietro: negli anni ’80, chi voleva investire doveva rivolgersi ai cosiddetti broker, ovvero agli agenti di cambio che studiavano i trend di settore e suggerivano gli investimenti ritenuti più sicuri. 

La rivoluzione finanziaria iniziò durante gli anni ’90, quando con la legge n.1 risalente allo stesso anno si decise di creare delle SIM, ovvero delle società di intermediazione mobiliare. Naturalmente, oggi esistono albi a cui iscriversi per diventare intermediario mobiliare e dunque non ci si può improvvisare assolutamente in questo lavoro. Se un tempo si negoziava in sala, cercando di accaparrarsi il cliente migliore, oggi i finanziamenti avvengono per la maggior parte grazie alle piattaforme telematiche. Il modello si è svecchiato con il tempo abbracciando sempre più l’innovazione tecnologica. Di questo abbiamo parlato con il blogger Bruno Mafrici, già attivo nel forum per Avvocato e presente in Milano con il network YOU-SIM.

SIM: come funziona?

Le SIM sono regolate in modo molto ferreo dalla legge: a dare l’autorizzazione per svolgere il lavoro è la Consob. Quest’ultima, prima di esprimersi, si confronta con la Banca d’Italia per capire se è tutto in regola, ci tiene a precisare Bruno Mafrici. La concessione di solito avviene entro 6 mesi dalla richiesta. Tendenzialmente, le SIM propongono servizi bancari e assicurativi: raramente possono essere indipendenti e dunque offrire consulenze di investimenti privati. In tal caso le consulenze avvengono tramite persone fisiche. 

Servizi di investimento offerti dalle SIM

Le SIM possono a tutti gli effetti gestire il portafoglio dei propri clienti, negoziare per conto proprio o per soggetti secondari, eseguire gli ordini dei clienti, oltre a gestire alcuni sistemi multilaterali di negoziazione. Un servizio introdotto nel 2007, invece, permette alle SIM di svolgere delle vere e proprie consulenze per gli investimenti. 

Chi sono gli intermediari mobiliari 

L’intermediazione finanziaria, mobiliare o bancaria rappresentano un valido aiuto verso i risparmiatori, soprattutto nel momento in cui desiderano investire i propri risparmi. Il legame che unisce i risparmiatori agli intermediari mobiliari si basa sulla premessa di muovere il capitale verso il deficit: un soggetto decide dunque di investire in un’azienda o una società. 

Indubbiamente gli intermediari mobiliari sono alla base della transazione di beni finanziari: mettono in comunicazione i soggetti che dispongono di un capitale con chi necessita invece di investimenti. La transazione avviene per la maggior parte in modo sicuro ed è necessario stipulare un contratto tra le parti. L’intermediario successivamente si occuperà di gestire il portafoglio dei propri clienti-risparmiatori. 

Intermediazione finanziaria: che cos’è 

L’attività di intermediazione finanziaria non è svolta da tutti: secondo la definizione, infatti, questa pratica si riserva principalmente alle banche, alle società di investimento, alle società che si occupano della gestione del risparmio, oltre che agli intermediari finanziari che sono iscritti all’Albo dei Promotori Finanziari. Ci sono anche altre attività che possono mettere in pratica l’intermediazione finanziaria, come le Sicav, le SGR, le Sim o le imprese d’investimento comunitarie. Il principio dell’attività di intermediazione finanziaria si basa sulla domanda e l’offerta dei servizi finanziari: a tutti gli effetti si muove un capitale scegliendo di investire in un dato settore, con la compravendita di titoli o altri strumenti finanziari. Se si decide di non rivolgersi a una società per la gestione dei propri investimenti e si sceglie di contattare un intermediario finanziario, è importante controllare che sia iscritto all’albo. A regolare questo aspetto è l’articolo 107 del Testo unico Bancario. 

Sviluppo dell’intermediazione finanziaria

Prima degli anni ’30, l’attività di intermediazione finanziaria era svolta unicamente dalle banche. Dopo il crollo di Wall Street, avvenuto nel 1929, molti degli aspetti finanziari sono cambiati: l’esercizio dell’intermediazione poteva essere svolto anche dai soggetti indipendenti, i famosi agenti di borsa. Tuttavia, ci sono voluti decenni prima che questa attività si affermasse a tutti gli effetti: con la Seconda Guerra Mondiale e il dopoguerra, ben pochi volevano mettere a rischio i propri guadagni. Quando le sorti economiche mondiali si sono risollevate, durante gli anni ’70 e ’80, è avvenuto un vero e proprio boom delle società di intermediazione finanziaria. Nel corso dei decenni questa attività ha subito moltissime variazioni, oltre ad essere regolamentata in modo ferreo. 

RASSEGNA STAMPA BRUNO MAFRICI

BRUNO MAFRICI

bruno mafrici

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BRUNO MAFRICI AVVOCATO

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bruno mafrici avvocato

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BRUNO MAFRICI AVVOCATO

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BRUNO MAFRICI 

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Come iscriversi all’albo dei promotori finanziari
Questo articolo fa proprio al caso tuo se stai cercando informazioni sull’iscrizione all’albo dei promotori finanziari e quali requisiti sono necessari per intraprendere questa carriera.

Che cos’è l’Albo unico dei promotori finanziari?

Se già vi siete informati e state acquisendo informazioni su questo lavoro saprete già che per poter diventare promotore finanziari ed esercitare la professione a tutti gli effetti è necessario iscriversi all’albo unico dei Promotori finanziari, un albo all’interno del quale sono elencati tutti gli individui che sono appunto abilitati ad esercitare la professione di promotore finanziario all’interno del territorio italiano. Queste figure sono raggruppate poi in due differenti sezioni territoriali per ottimizzare l’esercizio della professione, appunto, a livello territoriale. 

L’albo unico dei Promotori finanziari è gestita da un’associazione composta a sua volta da tre associazioni differenti:

  • Anasf – Associazione Nazionale Promotori Finanziari.
  • ABI – Associazione Bancaria Italiana.
  • Assoreti –Associazione Nazionale delle società di collocamento di Prodotti Finanziari e di Servizi di Investimento.

Queste associazioni hanno il compito di e aggiornare gestire l’albo, mentre il compito di vigilare e di sanzionare eventuali comportamenti degli individui iscritti all’albo, che non rispettano la sua normativa, viene affidato alla Consob, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (https://www.consob.it/) 

Quali sono i requisiti per iscriversi all’albo dei promotori finanziari?

Per potersi iscrivere all’albo è necessario possedere i requisiti elencati nell’art. 31, comma 5, TUF.
In questo articolo vengono fissati i cosiddetti requisiti di onorabilità e professionalità richiesti per l’iscrizione all’albo: 

  • Possedere un titolo di studio non inferiore al diploma di istruzione secondaria superiore, ottenuto dopo aver superato con successo un corso di durata quinquennale, oppure di durata quadriennale integrato con un corso previsto dalla legge di durata.
  • Possedere un titolo di studio rilasciato all’estero, che sia equipollente con il diploma di istruzione secondaria superiore.

Spetta alla Consob il compito di valutare l’equipollenza dei titoli di studio ottenuti all’estero e quindi di permettere alle persone con questi titoli di studio di poter fare la domanda per la prova valutativa per l’iscrizione all’albo. Una volta accertati i requisiti, il candidato dovrà sostenere una prova valutativa, ovvero una prova scritta che si tiene tre volte l’anno. Questo test consiste in una serie di domande a scelta multipla e viene svolto presso le sedi dell’APF, l’Organismo per la tenuta dell’Albo dei Promotori Finanziari.

È possibile, tuttavia, essere esonerati da questa prova valutativa presentando una documentazione sufficiente che testimoni la propria esperienza professionale maturata nel settore finanziario. Dopo una rigorosa analisi di questa documentazione sarà possibile ricevere l’esonero dalla prova valutativa e ricevere quindi la possibilità di presentare la domanda di iscrizione all’albo. La domanda va presentata all’APF alla quale vanno allegati differenti dati e documenti tra i quali il possesso dei requisiti di onorabilità e professionalità e l’attestato di superamento della prova valutativa.